La famiglia degli integratori alimentari è molto grande. Devi immaginartela come una quercia dalla folta chioma, con tanti rami diversi: multivitaminici, integratori per il sistema immunitario, per l’intestino pigro, per l’intestino troppo attivo, per il fegato, per la memoria, per la bellezza (capelli e pelle), per lo sport, per il dimagrimento, per la vista, per la menopausa…
Ed è ancor più vasta se pensi ai produttori sul mercato. Esistono tantissime aziende o marchi di integratori, soprattutto on line.
Di solito chi usa integratori è ben informato su quali prendere in base allo scopo (vitamina E e Biotina per pelle e capelli – vitamina B per il metabolismo energetico – fibre per l’intestino – magnesio per riposare meglio). Molto meno, invece, su come scegliere il suo “fornitore”.
Naturalmente non sto parlando di chi compra su specifica indicazione del medico o del farmacista.
Mi rivolgo, invece a chi compra direttamente on line, oppure da un conoscente/amico che è un incaricato alla vendita diretta di questi prodotti (anche se spesso non si presenta così chiaramente, dichiarandosi consulente del benessere, o peggio “consumatore che si trova benissimo con il prodotto x”).

“Sono 100% naturali”
“Sono approvati dal Ministero della Salute”
“L’azienda è seria: esiste da 30 anni e ha 200 scienziati che fanno ricerca e sviluppo”
Queste sono le motivazioni più frequenti che ho sentito nella mia esperienza quasi decennale in questo campo. Soprattutto sono le motivazioni che sono state date a me quando mi sono stati proposti per la prima volta gli integratori alimentari.
Sai come è andata? Ho detto “no grazie”.
Lavorando già nel settore commerciale, ho riconosciuto subito queste affermazioni: scadenti tecniche di vendita ripetute a pappagallo, assolutamente prive di argomentazioni concrete di supporto, da cui sono scappata a gambe levate.
Per mia fortuna, ho avuto l’opportunità di approfondire la mia conoscenza degli integratori, grazie soprattutto ai preziosi corsi di formazione della Dottoressa Lara Bernini (visita la pagina Chi Siamo per saperne di più su di me e sulla Dottoressa Bernini).
La cosa più importante che ho imparato sugli integratori alimentari, e che da oggi metto a disposizione di chi segue questo BLOG, è saper riconoscere ciò che è una reale qualità dell’azienda o del prodotto distinguendoli da ciò che rientra nell’ordine delle cose.
Procediamo quindi con ordine ed esaminiamo ogni singola affermazione.
1.Prodotti 100% naturali. Questa affermazione è vuota di significato oggettivo e piena di significato subdolo. Ed è pure tecnicamente falsa.
Falsa perché non esiste la pianta delle compresse o delle capsule: una lavorazione artificiale delle materie prime è imprescindibile, quindi decade il 100% naturale. E no. La mia non è pignoleria: stiamo parlando di commercio di integratori alimentari, di qualcosa che ha a che fare con la salute delle persone, la tua in particolare. La precisione dei termini è indice di preparazione e competenza; e ti permette di distinguere un professionista da un venditore improvvisato.
Casomai sono le materie prime a essere di origine naturale, cosa sicuramente importante dal momento che gli integratori possono essere realizzati anche con preparati sintetici fatti in laboratorio.
Ma l’origine naturale di per sé NON significa che fa bene. Pensa a un bel sacchetto di patatine fritte: le patate sono certamente naturali, ma non credo che le consideri un ottimo alimento per la tua salute. Stessa cosa per un bel salamino stagionato, o un barattolo di crema di nocciole arricchito con una montagna di zucchero e olio di palma. Tutto naturale, ma NON salutare.
é sacrosanto chiedersi come è fatto un integratore, ma non puoi accontentarti di “prodotto naturale”.
E poi, insieme agli ingredienti naturali, è fondamentale guardare tutti i riempitivi, eccipienti e simili che arricchiscono capsule e compresse e impoveriscono l’assorbimento dei principi attivi
Forse non lo sai, ma un integratore su due NON si scioglie nell’organismo (Il Salvagente – 2 agosto 2021 – Le analisi esclusive sugli integratori: uno su due non si scioglie nell’organismo | il Salvagente ), rendendolo di fatto inutile.
E l’altra metà non supera il 40% di assorbimento, nella migliore delle ipotesi. In media, di un integratore si assorbe solo il 30%: è come se tu comprassi (e pagassi) 10 fette di San Daniele, per buttarne via 7…non proprio un buon affare.
Quello che dovresti davvero chiederti, quindi è quanto si assorbono i principi attivi del tuo integratore? E quanto appesantiscono il lavoro di fegato, reni e intestino?
2.Approvati dal Ministero della Salute. Affermazione scandalosamente ovvia, e altrettanto subdola.
In Italia, qualsiasi integratore alimentare presente sul mercato deve aver ottenuto l’approvazione del Ministero della Salute, altrimenti non può essere commercializzato.
Ma la cosa più importante da sapere, è che quando il Ministero approva un integratore, significa che quel prodotto – semplifico al massimo il concetto – non ti uccide, non arreca danni alla tua salute, e rispetta i parametri fissati dal Ministero stesso.
Per esempio: la dose giornaliera raccomandata; la correttezza delle informazioni in etichetta, la modalità con cui se ne esprime l’efficacia, la precisione e la correttezza formale del Claim.
Quindi, l’approvazione del Ministero non riguarda MAI la promessa di benessere che fa l’integratore in questione. Detto in altri termini, chi ti propone il magnesio per farti riposare meglio, dicendoti che è approvato dal Ministero della Salute, ti sta facendo illudere che il Ministero abbia verificato l’efficacia del magnesio nel farti dormire meglio, quando in realtà ha solo svolto il suo ordinario compito di verifica legale e formale.
E per la cronaca, il magnesio ha davvero tra le sue molteplici proprietà quella di farti riposare meglio (è un minerale che rilassa la muscolatura); ma un professionista non ha bisogno di impressionarti con informazioni fuorvianti e/o prive di valore aggiunto.
3. L’azienda è seria: esiste da 30 anni e ha 200 scienziati che si occupano di Ricerca e Sviluppo. Questa è un’affermazione neutra: è corretta ma deve essere contestualizzata e approfondita per acquisire lo status di valore aggiunto.
Iniziamo con l’esperienza: certamente 30 anni sono indice di una storia aziendale, ma devi sapere che il mercato dell’integrazione alimentare ha visto la luce negli Anni 30. Quindi la domanda da farti è: questa esperienza trentennale rende l’azienda o il marchio un riferimento nel settore dell’integrazione? Questa esperienza è davvero un valore aggiunto o è l’ennesima informazione ricca di effetti speciali, ma povera di valore?
Personalmente, credo che ciò che è importante non è per quanto tempo fai una cosa, ma cosa fai in quell’arco di tempo. E qui entra in gioco la squadra di scienziati che fanno Ricerca e Sviluppo.
Chiarisco subito un concetto d’impresa: qualsiasi azienda che voglia avere un futuro nel suo settore – e intendo qualsiasi settore di mercato – DEVE fare ricerca e sviluppo, che sono sinonimi di pianificazione strategica e produttiva a medio lungo termine. Chi non fa ricerca e sviluppo viene spazzato via dal suo mercato e chiude nel giro di pochi anni.
Quindi è assolutamente normale che un produttore di integratori faccia Ricerca e Sviluppo. Quello che per te è importante sapere sono i risultati di questa Ricerca e Sviluppo: hai a disposizione un integratore come gli altri, che ti fa buttare via mediamente il 70% dei tuoi soldi, oppure un integratore che ti fa stare meglio in tempi ragionevoli, senza affaticare gli organi vitali e migliorando oggettivamente il tuo benessere?
Questi sono i primi tre passi da fare quando scegli un integratore.
Certo: ti puoi fermare alle semplici affermazioni perché ti fidi di chi ti sta proponendo un prodotto. Come ho detto, spesso è un conoscente o amico di cui non metto affatto in dubbio la buona fede.
Però la qualità delle nostra salute passa dalla qualità delle nostre scelte, dagli standard che scegliamo di avere, e dal livello di consapevolezza che decidiamo di raggiungere.
Se la pensi anche tu come me, iscriviti al BLOG per non perderti i prossimi articoli. Ti parlerò di come Swych soddisfa a pieno questi criteri di scelta, e soprattutto di come fa la differenza nel benessere di tante persone.
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